Indipendenza Alimentare
Fatta questa premessa che troverai in ogni nostro podcast, passiamo a descrivere la nostra proposta finalizzata a raggiungre la totale indipendenza alimentare.
Il cibo di cui ci nutriamo è una delle ragioni per cui saremmo disposti a rischiare anche la nostra vita, soprattutto nel caso in cui ci venisse a mancare o, ancor peggio, se venisse negato ai nostri cari, vero?
A tutti noi il cibo appare, sin dalla nostra nascita, un bisogno primario oggettivo, anche se esistono migliaia di testimonianze che dimostrano che il cibo non è affatto necessario per la nostra sopravvivenza. Tra le testimonianze più note annoveriamo Jasmuheen, Hira Ratan Manek (intervista in italiano) e Prahlad Jani che ci dimostrano, infatti, la possibilità di far a meno della nutrizione tradizionale, optando per strategie di alimentazione pranica, usate da millenni anche se opportunamente occultate alla massa, per motivi molto interessanti da approfondire.
In questo contesto, tuttavia, per ragioni di sintesi, ci limiteremo ad analizzare le modalità tradizionali di alimentazione, trascurando alcuni aspetti che ci consentirebbero di rilevare, tra l'altro, come questo bisogno umano sia il principale strumento per indurci in una forma di schiavitù tanto perversa quanto deleteria per la nostra salute e per la nostra mente. A tal proposito voglio ricordare a coloro che affrontano per la prima volta questo argomento di diffidare sempre delle informazioni che ricevete, in particolar modo provenienti dagli organi informativi di massa, poiché il controllo di questi mezzi è ormai saldamente nelle mani di individui senza scrupoli a cui non interessa affatto la nostra salute e il nostro benessere ma esattamente il contrario.
Naturalmente non credete neanche a me, ma verificate almeno la coerenza di quanto vi racconterò nei prossimi minuti, poiché tratteremo un argomento assolutamente importante per il nostro futuro e per quello dei nostri figli.
Il mondo che appare ai nostri occhi, appena nati, ci costringe ad impostare nella nostra mente una pericolosa "credenza" la quale, via via che passa il tempo, verrà sempre più confermata, prima dai nostri genitori e poi dal nostro contesto sociale, cioè: “per vivere abbiamo bisogno di procurarci del cibo”.
Per i primi anni di vita ci pensano solitamente i nostri genitori, mentre acquisiamo un'altra pericolosissima credenza secondo la quale il cibo può essere ottenuto prevalentemente in cambio di particolari oggetti che ci convincono essere indispensabili per la nostra vita.
Mano a mano che passa il tempo ci racconteranno sicuramente che per ottenere quegli oggetti che chiamano in diversi modi (denaro, soldi, moneta, pecunia, ecc...,), addirittura con grande rispetto, è necessario cercare qualcuno che ne possiede un po' e che sarebbe ben disposto a cederli a noi, in cambio del nostro tempo, di nostri servigi o di altri oggetti in nostro possesso. Una tale credenza implica che se, malauguratamente, non riuscissimo a trovare qualcuno disponibile a questo scambio, rischieremmo di morire di fame e dunque saremmo costretti a sottrarre al primo che capita, con l'inganno o con la forza, quel denaro utile a procurare il cibo di cui abbiamo bisogno.
Lo scenario appena evidenziato sarebbe ancora più perverso se immaginassimo che qualcuno stampi o produca autonomamente quel denaro usato per dar vita a questa specie di “gioco”. In questo modo, infatti, avremmo ceduto totalmente le nostre vite nelle sue mani alla stregua di schiavi.
Un momento!
Ma non è proprio ciò che accade realmente?
L'argomento, a questo punto, si farebbe molto più interessante, ma il tempo è tiranno e vi prometto che ne riparleremo molto presto. Lo scopo di questa prima parte del nostro progetto informativo, infatti, è semplicemente quello di dimostrare che è possibile raggiungere l'indipendenza alimentare senza avere più bisogno di procurarci quegli oggetti cartacei o metallici, apparentemente magici, di cui sopra.
Per iniziare questo percorso, abbiamo bisogno di sfatare anche un altro gravissimo falso mito secondo cui è necessario ammazzare animali o pesci per nutrirci correttamente. Questa credenza è oltretutto esattamente nella direzione opposta al mantenimento della nostra salute. Per chiarire definitivamente questa incredibile contraddizione sociale, suggerisco di informarsi correttamente attraverso la documentazione e i video disponibili, ormai, in quantità industriale ovunque ed in particolare su internet. Alcuni li troverai anche tra le risorse da noi consigliate.
Una volta eliminato dalla nostra dieta il cibo proveniente dal mondo animale, scopriamo che per nutrirci è più che sufficiente procurarci semplicemente vegetali, frutta, verdura, legumi, cereali, ecc... che normalmente crescono spontaneamente, con un po' di cura e in comunissimi terreni disponibili in abbondanza...
Ti roponiamo di tornare alla coltivazione della terra o di diventare tutti contadini per provvedere alla nostra nutrizione direttamente?
Assolutamente No!
Possiamo dimostrarti, infatti, che è sufficiente impegnare solo una piccola parte di quel tempo che oggi impieghi, attraverso un lavoro, necessario per procurarti quegli oggetti diabolici chiamati soldi, per coltivare con amore e in modo tecnologicamente evoluto, tutto il cibo che necessita a te e ai tuoi cari.
Esistono, da molto temp,o tecnologie attraverso le quali è possibile ottenere risultati migliori di quelli tradizionali, in una frazione del tempo impiegato da un comune contadino, anche senza utilizzare affatto terreno. Queste soluzioni ci permettono di utilizzare, inoltre, solo di una parte dell'acqua,necessaria all'agrioltura tradizionale.
Per chi proprio non riuscisse ancora a fare a meno di nutrirsi del cibo di provenienza animale, abbiamo previsto anche di integrare alcuni allevamenti ittici all'interno dei nostri impianti di produzione. Tali soluzioni sono autonomamente percorribili da chiunque, tutavia risultano decisamente più convenienti e semplici da realizzare se ottenute attraverso progetti solidali come il nostro.
L'esperienza ha dimostrato, infatti, che la migliore soluzione per l'utilizzo di questi impianti, finalizzati all'autoconsumo, si ottiene quando sono co-gestiti da nuclei solidali di individui preventivamente formati, in modo da ridurre l'impegno medio quotidiano anche molto al di sotto dei 30 minuti ciascuno.
Ora ti chiediamo di rispondere a qualche semplice domanda?
Quante ore lavori al giorno?
6? 8? 10?
Quante volte ti capita di fare un'attività che ti piace poco?
Ti rendi conto che parte di queste ore le impegni per poter acquistare il cibo necessario per te e per i tuoi cari?
Non ritieni anche tu che sarebbe meglio dedicare, una parte di questo stesso tempo, per curare e raccogliere quel cibo, sicuramente più genuino di quello che usi oggi, direttamente dal tuo impianto co-gestito con altri tuoi simili?
Le tecniche produttive che ti invitiamo ad approfondire, al fine di comprendere come sia possibile optare, da subito, per l'autoproduzione di cibo, sono le coltivazioni idroponiche, aeroponiche e in permacultura, all'interno delle quali saranno integrati, eventualmente, allevamenti ittici in acquacoltura utili anche a coloro che sono ancora convinti di aver bisogno di proteine di provenienza animale.
L'acqua necessaria per i nostri impianti potrà essere prelevata dal sottosuolo, raccolta dalle precipitazioni meteoriche e ove siano assenti entrambe le fonti, direttamente dall'umidità presente nell'aria che ci circonda.
Tutto ciò che ti serve per approfondire queste soluzioni, più che consolidate, lo troverai tra le risorse che abbiamo preparato per te.
Solo per una questione di maggiore chiarezza e semplicità preferiamo dirti solo che le tecniche idroponiche consentono di alimentare le piante, le cui radici sono immerse nell'acqua e non nella terra, direttamente attraverso i loro elementi nutritivi che vengono disciolti nell'acqua che li trasporta fino alle radici.
Nel caso dell'aeroponia, invece, il vettore degli elementi nutrutivi è una specie di vapore acqueo, a temperatura ambiente, che viene fatto circolare in particolari contenitori dove le radici delle piante accolgono direttamente ciò che necessita alla loro crescita.
La permacultura consente, una sorta di sinergia esistenziale tra alcune piante che vengono disposte in modo tale da aiutarsi l'un l'altra per una migliore crescita, anche in totale assenza di prodotti chimici solitamente usati per difenderle da eventuali attacchi batterici.
L'acquacoltura, infine, consente di allevare pesci, prevalentemente a scopo nutrizionale, in modo che le loro deiezioni vengano utilizzate per fornire gli elementi nutritivi alle piante che restituiranno la stessa acqua, attraverso appositi impianti, parzialmente depurata, affinché possa essere rinviata nelle vasche di allevamento ittico.
La produttività media ottenuta attraverso queste soluzioni dipende dalla modalità con cui sono stati realizzati gli impianti e può arrivare a riprodurre gli stessi vegetali anche più volte all'anno. Infine la manodopera richiesta è decisamente trascurabile rispetto a quella prevista nelle colture tradizionali. E' bene tener presente che anche la stessa luce, utile per la fotosintesi clorofilliana, può essere offerta in modo diverso dal solito, consentendo la coltivazione anche in zone sotterranee e totalmente senza luce naturale.
I risvolti economici, di salute e la qualità dei prodotti disponibili attraverso le soluzioni che abbiamo appena proposto sono talmente importanti da ritenere che la nostra soluzione sia di gran lunga la migliore proponibile per sottrarci definitivamente dal ricatto dei bisogni che ci costringe a vivere da schiavi.
Per ciò che concerne i costi di una tale soluzione, nel senso tradizionale del termine, la nostra proposta prevede circa 5 anni di ciò che spendiamo oggi per nutrirci, per divenire totalmente indipendenti dal punto di vista alimentare, ovunque risediamo, mentre oggi, per assicurarci il cibo necessario, dobbiamo lavorare per quasi tutta la nostra vita, ammesso e non concesso di riuscire ad avere un lavoro ...
Per meglio chiarire questo concetto, ipotizziamo che per nutrirci correttamente oggi, siano necessari almeno 6 € al giorno per ognuno di noi.
A fine anno, seguendo l'attuale paradigma, avremo speso, se tutto resta nella media, circa 2.000 €/ciascuno, ti risulta? (6€ x 365g. = 2.190 €).
Nel nostro caso, invece, saranno sufficienti circa 5 anni di spesa equivalente per relaizzare un impianto che produca, giorno per giorno, quanto necessita per nutrirci. Per esempio, "spendendo" quei 6 €/giorno per realizzare il nostro impianto di produzione alimentare di fiducia, preferibilmente condiviso, per altro da noi controllato ed eventualmente gestito, avremo speso tanto quanto sarebbe stato necessario in un negozio o un supermercato qualsiasi,
Negli anni successivi, invece, un nostro piccolo impegno quotidiano o periodico, condiviso con gli altri sostenitori degli impianti solidali finalizzati all'autosufficienza alimentare, sarà più che sufficiente per continuare a nutrirci senza alcun tipo di dipendenza economica da chicchessia.
In taluni casi non ci sarà neanche più bisogno del frigorifero poiché potremo raccogliere tutto ciò che ci serve, giorno per giorno, direttamente nel luogo di produzione.
Nel caso non disponessimo del denaro utile ad acquistare ciò che ci necessita, sarà sufficiente richiedere di contribuire, nella misura necessaria, per esempio, per la manutenzione dell'impianto, in modo da poterci "guadagnare" tutto ciò che ci interessa.